Nell’oliveto dimostrativo di Lucinasco le piante si avviano alla fase di riposo vegetativo; durante il periodo di stasi vegetativa vanno evitate le concimazioni azotate a causa della possibilità di dilavamento a cui si può andare incontro. Il periodo autunnale – invernale si presta alle concimazioni organiche e in generale agli interventi che apportino elementi poco mobili come fosforo e potassio.
In questo periodo l’olivo mantiene ancora una certa attività fotosintetica e l’apparato radicale è ancora nella fase di assorbimento con accumulo delle sostanze di riserva nelle branche, nelle radici stesse e nel fusto, tenendo presente che la temperatura limite per l’attività radicale è pari a circa 10 °C e che quindi durante l’inverno la pianta si nutre attraverso le riserve.
Gli apporti di sostanza organica al terreno vanno ripetuti ogni due o tre anni nel caso di piante mature e oltre ai vari tipi di letame possono essere impiegati concimi organici pellettati a lenta cessione: l’azoto in essi contenuto viene rilasciato in modo graduale.
La stagione invernale è tradizionalmente dedicata alla potatura e molti operatori scelgono di iniziare questa operazione appena dopo la raccolta sia per ragioni economiche che per ragioni pratiche.
La frequenza dei ritorni di freddo tardivi è aumentata, sono meno frequenti i periodi di freddo invernale e pertanto si ritiene che vi siano meno rischi anticipando questa operazione; tuttavia si sono intensificati i periodi autunnali e invernali caratterizzati da temperature elevate e la combinazione di tali condizioni meteorologiche e dell’esecuzione di interventi precoci potrebbe stimolare la pianta a vegetare interrompendo il periodo di quiescenza (perché non si può parlare di una vera e propria dormienza), esponendola ai successivi periodi di freddo tipici del periodo.
Alcuni studi effettuati in Spagna hanno mostrato un’influenza della defogliazione sul risveglio vegetativo con successiva differenziazione delle gemme solo in senso vegetativo e non riproduttivo.
La potatura “precoce” potrebbe quindi interrompere la normale stasi vegetativa e favorire il rigoglio vegetativo a scapito della differenziazione a fiore delle gemme.
Dal punto di vista fitosanitario nell’oliveto dimostrativo di Lucinasco ha avuto un’unica protagonista, la mosca olearia, i cui attacchi sono stati leggermente più tardivi rispetto alle annate precedenti. Nella prima fase della stagione, l’infestazione è stata limitata, così come l’attività degli adulti e nel mese di luglio vi è stato invece un intenso picco di infestazione, contenuto a stento dai trattamenti effettuati. Ci si è basati sulla lotta adulticida e sull’impiego di trappole per la cattura massale, impiegate in ragione di una ogni due piante.
Le altre avversità hanno avuto un impatto piuttosto contenuto, ad eccezione di sporadici picchi di osservazioni o episodiche pullulazioni.
Degni di nota sono soprattutto gli attacchi di occhio di pavone la cui incidenza si mantiene piuttosto elevata, pur con danni limitati; le parti più colpite della pianta sono le foglie sulle quali compaiono macchie dapprima bruno-verdi e poi grigio-marroni, di forma circolare che nel tempo divengono clorotiche e possono determinare una defogliazione anche intensa. Il periodo di latenza (con fasi lungamente asintomatiche) è molto lungo e durante l’inverno e la primavera si hanno infezioni e diffusione delle spore, mentre durante l’inverno con temperature più basse si hanno condizioni di svernamento più o meno prolungate.
Nelle prossime settimane illustreremo le modalità di intervento a carico di questa avversità, considerando anche la necessità di ridurre o eliminare l’uso del rame, sia per ragioni di ecosostenibilità che in vista di limitazioni normative all’utilizzo di tale metallo nella difesa fitosanitaria.

L’oliveto dimostrativo in novembre



