A Genova il minestrone non è una minestra. È una dichiarazione d’intenti, un modo di stare al mondo, una di quelle ricette che non si improvvisano e non si accelerano. Lo abbiamo capito entrando nella cucina di Paolo, chef di Zupp, che ci ha accolti tra pentole, profumi e gesti sicuri, aprendoci il suo spazio per farci conoscere una delle tradizioni più vere della cucina ligure.
Il minestrone, qui, nasce dal tempo. Dalla scelta delle verdure di stagione, dal coltello che lavora lento, dal fuoco basso che non ha fretta. Paolo lo prepara come vuole la tradizione: denso, profumatissimo, con quella consistenza che a Genova non si discute perché il cucchiaio deve stare in piedi da solo. È una regola non scritta, ma condivisa, perché questo non è un piatto leggero o distratto: è un piatto che racconta la cucina di casa, le tavole di famiglia, i gesti ripetuti per generazioni.
Mentre il minestrone cuoce, la cucina si riempie di profumi che parlano di territorio, di stagioni, di una Liguria autentica che non ha bisogno di effetti speciali. Ed è proprio quando sembra che tutto sia già perfetto che arriva il gesto finale, quello che completa davvero il piatto: un giro di Olio Extravergine di Oliva Riviera Ligure DOP. Un olio delicato, armonico, capace di legare le verdure senza coprirle, di esaltare i sapori senza sovrastarli. Semplice, vero, buonissimo, proprio come deve essere quando la qualità è reale.
E c’è un dettaglio che racconta tutto questo senza bisogno di parole: il collarino giallo. È lui che garantisce che quell’olio è davvero Riviera Ligure DOP, tutelato, certificato, garantito. Un segno concreto di rispetto per la tradizione, per il territorio e per chi ogni giorno lo custodisce.
Perché a Genova il minestrone non è solo una ricetta. È una storia che continua, cucchiaio dopo cucchiaio.
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