Negli ultimi anni la tarda estate e l’inizio dell’autunno hanno sempre rappresentato il periodo più critico dal
punto di vista fitosanitario, dato l’approssimarsi della raccolta e il permanere di condizioni favorevoli allo
sviluppo della mosca olearia, ma anche a quello di altri parassiti. A metà agosto abbiamo ritrovato in oliveto
una presenza sporadica di cocciniglia mezzo grano di pepe (Saissetia oleae), insetto particolarmente
adattato a situazioni di carenza idrica e alte temperature; tuttavia, la pressione del parassita è molto bassa
e non desta preoccupazioni.
Nel caso di forti infestazioni la cocciniglia mezzo grano di pepe può determinare danni diretti legati alla
suzione della linfa con conseguente filloptosi e defogliazione tanto quanto indiretti, in quanto l’emissione di
melata a seguito dell’alimentazione attira gli adulti di mosca dell’olivo che se ne nutrono. Ne deriva lo
sviluppo della fumaggine, parassita fungino che limita l’attività fotosintetica delle foglie. Proprio questo
aspetto è da considerare nell’ambito dell’ecosistema oliveto. Si parla della “comunicazione” tra olivo (e
olive), insetti dannosi e altri parassiti: le sostanze volatili e alcuni tipi di batteri presenti sulle drupe
costituiscono attrattive nei confronti della mosca, alla stregua di un “segnale” che spinge le femmine adulte
all’ovoposizione.
I rovesci temporaleschi tra la fine di luglio e i primi di agosto, associati a livelli di umidità piuttosto elevati
hanno mantenuto condizioni favorevoli alla mosca olearia che ha raggiunto livelli di infestazione tali da
giustificare un intervento larvicida con Acetamiprid (EPIK SL).
Nel periodo tra 1 e 24 di agosto la tempestività del trattamento e un andamento climatico meno favorevole
alla mosca, con temperature che hanno abbondantemente superato la soglia dei 35 gradi (oltre ad una
diminuzione dell’umidità relativa) hanno determinato il crollo dell’infestazione attiva. Non vi sono evidenze
di un significativo avvio di una nuova generazione. In questo quadro restano così disponibili ancora i
trattamenti con altri prodotti che potranno essere effettuati a settembre.
La mosca è comunque presente, come dimostrano le elevate catture delle trappole per la cattura massale
presenti nell’oliveto dimostrativo.
Negli areali gestiti attraverso la strategia di lotta adulticida (ad esempio con impiego di prodotti biologici),
la pressione dell’insetto chiave (la mosca) ha raggiunto livelli tali da compromettere, purtroppo, l’efficacia
dell’intera strategia.
A fine agosto si prevedono piogge e calo termico: sono quindi nuovamente prevedibili condizioni più
favorevoli a mosca e occhio di pavone, in un periodo nel quale le tempistiche di intervento si fanno più
ristrette e le possibilità di azione si riducono con margini di errore più ridotti.
Vi saranno due strade disponibili per eventuali interventi: l’impiego di flupyradifurone (Sivanto), insetticida
sistemico che agisce per contatto ed ingestione con un tempo di carenza di 14 giorni e l’impiego della
tecnica con esche (Exirel Bait) distribuite su una porzione di chioma (una sorta di striscia nella parte medio-
inferiore della stessa) da effettuarsi ripetutamente ogni 12-14 giorni.
Gli inverni particolarmente miti sono uno dei principali fattori favorevoli allo sviluppo dei parassiti in
quanto la mortalità della generazione svernante (quella che supera l’inverno) è molto limitata e gli individui
anticipano il loro periodo di attività (anziché restare dormienti o quiescenti). Un approccio utile sarebbe
quello di effettuare una lavorazione del terreno nel periodo di metà inverno, in modo da esporre le forme
svernanti dei parassiti presenti nel terreno agli agenti atmosferici che, nel caso della mosca, significa
portare in superficie le pupe (forme inattive che non si nutrono) e gli adulti svernanti che trascorrono
questo periodo qualche centimetro sotto la superficie del terreno.
Nella generalità dei casi la difficile orografia del territorio olivetato ligure rende difficili, molto onerose e
lunghe queste operazioni, in quanto i terrazzamenti sono stretti, le piante di grandi dimensioni e i muri a
secco spesso bisognosi di manutenzione…ma è proprio impossibile o impensabile un approccio diverso alla
gestione del terreno? Nei casi di gestione attraverso il diserbo chimico, ad esempio, il suolo si presenta
asfittico e a ridotta fertilità (chimica, fisica, biologica). Uno stato ulteriormente acuito dalla carenza idrica.

Trappola per la cattura massale

Cocciniglia mezzo grano di pepe in attività (freccia)